sabato 10 maggio 2014

IGNATIA AESTHETICA



Originaria dell’isola di  Bensalem, l’Ignazia Aesthetica è una pianta appartenente alla famiglia delle loganiacee ed è stata importata in Europa in uno dei tanti Medioevi del passato. Fu il pugile esploratore Arthur Cravan ad intuirne le prodigiose qualità, allorchè si recò nell’sola di Bensalem in sogno, dopo una abbondante bevuta di Pernod in una bettola di Nanterre. E’ noto che, in seguito, Arthur Cravan, imbarcatosi sulle coste messicane  su un piccolo battello, con l’intenzione di raggiungere la poetessa Mina Loy in Argentina, è scomparso nell’oceano Atlantico e molti ritengono che ciò abbia a che fare con le proprietà della misteriosa pianta.   L’Ignazia Aesthetica può infatti portare alla distruzione chi la coltiva, ma c’è chi sostiene che essa possa anche guarire da molte gravi malattie  e che perciò, come accade con numerosi esseri viventi, non necessariamente vegetali, bisogna saperla prendere.
La precauzione principale è quella di lasciarla crescere liberamente, perché la Ignazia Aesthetica non tollera eccessi di cura e di controllo e tanto meno di essere piegata ad esigenze puramente ornamentali. Vano e anche pericoloso è il tentativo di descriverla, peraltro insistentemente compiuto anche oggi, da esegeti inconsapevoli ed è diffusa l’opinione, peraltro non scientificamente suffragata, che tale tentativo possa condurre alla follia. Se assunto in dosi eccessive, il succo ricavato dalla spremitura delle sue foglie o dalla masticazione della sua corteccia, provoca allucinazioni straordinarie. Tali allucinazioni non hanno alcun rapporto con la realtà : esse non sono né profezie né premonizioni né tanto meno suggerimenti di una qualche entità extraterrestre. Sono pure e semplici finzioni delle quali dobbiamo accettare la natura fallace se vogliamo ricavarne  qualche elemento di verità.
Tanto per la sua delicatezza che per l’improntitudine di molti improvvisati coltivatori, l’Ignazia Aeastetica è oggi in via di estinzione e molti esemplari sono avvizziti nel giro di pochi mesi. Il triste fenomeno ha reso questa pianta rara e ricercata, determinando anche una straordinaria lievitazione del suo prezzo di mercato, cosicchè oggi se ne apprezza più il valore monetario che la bellezza e le eccezionali proprietà.  Ciò è inaccettabile e non si giustifica neppure alla luce delle spietate regole economiche che governano la nostra società. Meglio sarebbe allora che anche le ultime Ignaziae Aestheticae avvizzissero e non ne rimanesse che il ricordo, destinato anch’esso ad affievolirsi nel tempo e infine a scomparire senza lasciare traccia.    


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