Originaria dell’isola di Bensalem, l’Ignazia Aesthetica è una pianta
appartenente alla famiglia delle loganiacee ed è stata importata in Europa in
uno dei tanti Medioevi del passato. Fu il pugile esploratore Arthur Cravan ad
intuirne le prodigiose qualità, allorchè si recò nell’sola di Bensalem in sogno,
dopo una abbondante bevuta di Pernod in una bettola di Nanterre. E’ noto che,
in seguito, Arthur Cravan, imbarcatosi sulle coste messicane su un piccolo battello, con l’intenzione di
raggiungere la poetessa Mina Loy in Argentina, è scomparso nell’oceano
Atlantico e molti ritengono che ciò abbia a che fare con le proprietà della
misteriosa pianta. L’Ignazia Aesthetica
può infatti portare alla distruzione chi la coltiva, ma c’è chi sostiene che
essa possa anche guarire da molte gravi malattie e che perciò, come accade con numerosi esseri
viventi, non necessariamente vegetali, bisogna saperla prendere.
La precauzione principale è
quella di lasciarla crescere liberamente, perché la Ignazia Aesthetica non
tollera eccessi di cura e di controllo e tanto meno di essere piegata ad
esigenze puramente ornamentali. Vano e anche pericoloso è il tentativo di
descriverla, peraltro insistentemente compiuto anche oggi, da esegeti inconsapevoli
ed è diffusa l’opinione, peraltro non scientificamente suffragata, che tale
tentativo possa condurre alla follia. Se assunto in dosi eccessive, il succo
ricavato dalla spremitura delle sue foglie o dalla masticazione della sua
corteccia, provoca allucinazioni straordinarie. Tali allucinazioni non hanno
alcun rapporto con la realtà : esse non sono né profezie né premonizioni né
tanto meno suggerimenti di una qualche entità extraterrestre. Sono pure e
semplici finzioni delle quali dobbiamo accettare la natura fallace se vogliamo
ricavarne qualche elemento di verità.
Tanto per la sua delicatezza che
per l’improntitudine di molti improvvisati coltivatori, l’Ignazia Aeastetica è
oggi in via di estinzione e molti esemplari sono avvizziti nel giro di pochi
mesi. Il triste fenomeno ha reso questa pianta rara e ricercata, determinando
anche una straordinaria lievitazione del suo prezzo di mercato, cosicchè oggi
se ne apprezza più il valore monetario che la bellezza e le eccezionali
proprietà. Ciò è inaccettabile e non si
giustifica neppure alla luce delle spietate regole economiche che governano la
nostra società. Meglio sarebbe allora che anche le ultime Ignaziae Aestheticae
avvizzissero e non ne rimanesse che il ricordo, destinato anch’esso ad
affievolirsi nel tempo e infine a scomparire senza lasciare traccia.
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