COME PORCI NEL CONTESTO.
L’idea nasce dal luogo, che è un
piccolo spazio all’interno della Torre dei Templari, adibito in passato ad
ufficio o deposito, e accessibile da una scala piuttosto stretta che conduce
all’ultimo livello e alla terrazza . Da una piccola finestra si vede la costa e
il mare, quel bellissimo mare che per Ulisse e i suoi compagni doveva
circondare l’isola mitica di Eéa. Si tratta di un ambiente alquanto appartato e
basso di soffitto che, in tal caso, si trasforma in una sorta di studio di
artista o di strano ufficio dell’arte, posto sotto la sorveglianza, non si sa
quanto benigna, di Circe. Rifugiatosi qui dopo un lunghissimo viaggio,
incantato dalle lusinghe ingannatrici della maga, l’artista rischia di essere
trasformato, secondo la stessa procedura riportata da Omero, in un maiale e sembra
quasi affannarsi fra i suoi strumenti, i suoi dubbi e le sue fantasie, alla
ricerca di un punto di arrivo, al quale però non giungerà mai. Può salvarsi e
salvare i suoi compagni ma è molto probabile che debba rinunciare per questo
alle lenzuola di seta e alle anfore d’argento e d’oro. D’altra parte, sebbene
Omero abbia concesso al suo eroe la consolazione di un ritorno in patria, si è
molto favoleggiato, soprattutto durante il medioevo, sul mistero della vera morte
di Ulisse. Nell’Inferno, Dante la racconta
come epilogo fatale dell’ultimo viaggio, a conferma del fatto che un eccesso di
ingegno, non guidato dalla saggezza, impedisce all’uomo e dunque anche all’artista,
di ottenere una volta per tutte la pace dell’anima.