lunedì 15 gennaio 2018



Mondo Arte n.32 del 15-01-2018 in via dei Monti Tiburtini si configura in tutta evidenza come un tributo tardivo al discutibile film di Jean Negulesco Three Coins in The Fountain. Va da sè che la Fontana qui evocata non è semplicemente la Fontana di Trevi, progettata dal Salvi e realizzata nel XVIII secolo dopo una serie di proposte di altri artisti che si sono susseguite includendo ciascuna una particolare interpretazione del contesto romano, ma anche l'ormai famoso orinatoio di Marcel Duchamp che con il contesto romano non aveva nulla a che fare. Il numero Tre invece ha molto a che fare con l'opera dell'artista francese che ha voluto impiegarlo nella sequenza dei tre pistoni del Grande Vetro, allusivi alla Trinità, come pure nei tre rulli della sua bellissima Macinatrice di cioccolata, vale a dire della materia nello stato alchemico della Nigredo. E non è forse inutile ricordare che la Sposa del Grande Vetro, accompagnata appunto dai pistoni trinitari, tende a coincidere in tutta  probabilità con la Vergine nel momento della Ascensione, magistralmente e trasversalmente interpretata da Anita Ekberg in abito talare che sale, con sbalorditiva velocità di una ascensore, nell'inclinato spessore della cupola di san Pietro, realizzata con doppia calotta alla maniera del Brunelleschi, certamente per favorire Federico Fellini, considerato il fatto che in "mente dei" il tempo non esiste.